mercoledì 19 novembre 2014

un forno molto speciale



I mie primi dolci , quelli che ho imparato a cucinare da ragazzina, li ho cucinati..sul fornello.

Già, era tanto che non ci pensavo: la grande cucina del nonno, ogni mattina e in ogni stagione, diventava un punto d’incontro abituale fra vicine. D’estate, quando ero libera dagli impegni scolastici , anch’io partecipavo a quegli incontri. E lì mi potevo sentire quasi adulta, fra caffè e chiacchiere..

Naturalmente le chiacchiere che si facevano in mia presenza erano quelle “consentite”, quelle che venivano considerate adatte alle mie..giovani orecchie. E d’altro canto anch’io mica potevo raccontare a quelle signore, o alla Tata ( la governante del nonno) ciò che davvero mi passava per il capo.. i pensieri di un’adolescente sono privatissimi.

Però qualcosa che ci univa davvero c’era:  la passione per la cucina. E così, fra un “Che si prepara, oggi?” e un  “Ma quanto è rincarata la frutta”.. ci si scambiavano ricette, e , dietro mia insistenza, si cucinavano lì sul posto vari manicaretti,  soprattutto  dolci .

In quegli anni il forno non veniva usato spesso. Era allora molto in voga una speciale pentola, con un gran coperchio con dei forellini: il “forno di campagna”. In effetti i dolci cucinati lì dentro si assomigliavano un po’ tutti, perché tutti avevano la forma a ciambellone, con il foro centrale.

Ma sarà stato per l’impegno delle mie maestre e anche per la mia voglia di imparare..fatto sta che quelle torte erano tutte buonissime, e cotte a regola d’arte.

Ultimamente - le mie amiche lo sanno- sto coltivando la passione del pane fatto in casa: profumato, sano, ben lievitato e.. carissimo : infatti l’uso così frequente del forno elettrico fa salire notevolmente la bolletta della luce, sebbene io prepari il pane nelle  fasce d’orario meno care.

E così mi è tornato in mente il vecchio fornetto di campagna, e i profumati dolci che ci cucinavo. Vi confesso che qualche volta ho provato ad utilizzarlo anche per il pane. Che viene benissimo, ben cotto, ma… insomma : non ha proprio l'aspetto "rustico" che mi piace così tanto.

Comunque, nel mio quaderno di ricette troverete questo pane e,  fra i dolci, la torta di mele, cotta anch'essa nel fornetto di campagna.

torta di mele e yogurt, cotta sul fornello



150-200 gr fra zucchero di canna e miele d’acacia
250 gr farina tipo 2 o integrale finissima
3 uova gallina o 6 di quaglia
3 mele gialle
1 bustina di lievito per dolci
1 yogurt di soia al naturale o alla frutta
1 scorza di limone grattugiata, 1 scorza d’arancia grattugiata
1 bustina di vanillina
Un fornetto di campagna del diametro di cm. 26

Mescolare assieme a mano o con un mixer le uova e lo zucchero, aggiungere poi lo yogurt, la farina a poco a poco, la vanillina, la scorza del limone grattugiata, il lievito e due mele a pezzetti. Imburrare il fornetto di campagna , infarinarlo , versarci l’impasto e disporvi sopra- in modo concentrico- l’ultima mela tagliata a fettine. Spolverizzare con un altro po’ di zucchero oppure marmellata del gusto preferito ( arance o albicocche, meglio senza zucchero aggiunto, emulsionata in un goccio d’acqua e scaldata per renderla fluida).
Mettere il fornetto sul  fornello piccolo, per 5 minuti a fiamma media e poi per altri 55 minuti a fiamma bassa. Negli ultimi minuti di cottura, coprire il dolce con un foglio di alluminio, da fissare nella chiusura del coperchio, per farlo un po’ colorire.
Naturalmente il dolce può essere cotto anche in forno, nel modo più convenzionale (a 180 C°  per circa 40 min.).
Ho ricavato molte informazioni sull’uso del forno di campagna sulla pagina Fb  “Il forno sul fornello”.

domenica 16 novembre 2014

Pane cotto sul fornello



Pane  con farina di tipo2, cotto nel fornettoVersilia, diam. cm. 26














Si otterrà un pane ben cotto e alveolato, nonostante l’uso della farina di tipo 2, la mia preferita, ricca di oligoelementi e di..sapore.
Come potete constatare, uso una bella quantità di lievito, ma il Licoli non ha retrogusto acre.
250 g Licoli rinfrescato da non più di 24 ore
300 g di acqua tiepida
600 gr  di farina tipo 2 macinata a pietra
2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino e ½ sale
1 cucchiaino di miele
1 cucchiano di lecitina di soia sciolta in poca acqua.















Tolgo dal frigo il mio lievito e lo tengo a t° ambiente per circa ½ ora.
Verso nella ciotola della planetaria  gran parte della farina e tutta l'acqua prevista;  impasto per cinque minuti alla velocità più bassa: tale processo si chiama "autolisi" , e aiuta ad ottenere un pane migliore, più alveolato.
 Dopo un riposo di circa 1/2 ora, a macchina spenta, aggiungo tutti gli altri ingredienti (il sale per ultimo), e riavvio la planetaria a velocità medio-bassa per circa 5 minuti, controllando la consistenza dell’impasto, che potrò modificare all'occorrenza aggiungendo un pochino di acqua e /o farina: la giusta consistenza è quella in cui la pasta formerà una bella palla compatta e soda. Faccio riposare l’impasto nella ciotola della planetaria in luogo tiepido, coperta da un canovaccio, per un' ora e 1/2.
Quindi lo rovescio delicatamente  su una spianatoia, lo appiattisco sempre delicatamente con le mani,  faccio una piegatura a 3 per i due versi, lo giro, lo rincalzo un pochino, e dò delicatamente alla pasta una forma cilindrica. Ungo con olio il fornetto, e lo spolvero con semola. Sistemo la pasta nel Versilia, spargo in superficie un po’ di semi misti ( se graditi),  metto il coperchio e tengo a lievitare* per circa 4 ore in un luogo tiepido. Quando l'impasto sarà raddoppiato, metto al fuoco il fornetto sul fornello piccolo ( diam cm.5) a fiamma alta per 5 minuti, poi a fiamma bassa per altri 50.  Negli ultimi minuti , apro il coperchio, e metto sotto lo stesso un foglio d’alluminio, per far dorare il pane.
Spengo il fuoco, e rovescio il pane su una griglia dopo un breve riposo. Lo giro e lo faccio raffreddare un po’ sulla griglia.

Termino con un doveroso ringraziamento al "Gruppo La pasta Madre" con  il suo "Lievitario", che mi ha insegnato tanti utili trucchi per la panificazione.



* a questo punto il fornetto, se ci fa comodo,   può  essere riposto in frigorifero anche per 12-24 ore, senza coperchio, e protetto da un canovaccio, e il pane potrà essere cucinato dopo che sarà stato fuori dal frigo a completare la sua lievitazione per circa 2 ore e non 4,  perchè il frigo rallenta, ma non blocca la lievitazione.

giovedì 13 novembre 2014

pizza con esubero pasta madre







Pizza con esubero pasta madre liquida (= licoli), con la macchina del pane

Gr 300 licoli

Gr 150 farina tipo 2

Un po’ d’olio

Un pizzico sale

Acqua 40-50 gr, appena tiepida



Togliere la pasta madre dal frigo ½ ora prima dell’utilizzo, mettere la dose indicata in una ciotola, aggiungere l’olio, l’acqua che occorre per avere un impasto di giusta consistenza, e per ultimo il sale.

Versare il tutto nella macchina del pane, programma impasto (circa 2 ore). Togliere dalla macchina, fare una piega “a tre” direttamente sulla carta forno *che trasferiremo nella teglia. Attenzione a non schiacciare troppo la pasta, per non farla sgonfiare. Coprire con un panno umido; dopo altre due ore farcire a piacere ( io uso solo pomodoro, capperi, acciughe e origano) e far cuocere nel forno già portato alla temperatura di 220 gradi , per circa 15-20 minuti.

PS: la pizza non avrà nessun  retrogusto acido, perché il licoli ha un sapore più delicato della pasta madre solida.

Ho trovato la ricetta su:


La mia più importante modifica è stata quella di usare la macchina del pane.
Invece, un'importante modifica mi è stata suggerita dall' amica Rita Rossi, che ha usato per la pizza 2/3 di farina integrale e 1/3 di farina di grano saraceno. Risultati: abbattimento ulteriore dell'indice glicemico, e sapore.. apprezzato da tutti, nella sua e nella mia famiglia!
LA PIZZA DI RITA
 


* a questo punto, dopo aver fatto le pieghe, si può trasferire su un tagliere, coprire con pellicola e far congelare per 24 ore. Trascorso questo tempo si può togliere dal tagliere e mettere in un sacchetto da FREEZER PER ALIMENTI. Quando si vorrà utilizzare, si toglierà dal freezer per tempo, si farà scongelare nel forno spento finchè non si osserverà che di nuovo è lievitata, come una comune pizza alla fine della 2° lievitazione. Farcire e far cuocere nel forno portato a 220° per 15-20 minuti. Si avrà una pizza più bassa e croccante